a cura di Toni Santogrossi
Parlando con Paolo De Meis delle cose che “ non ci sono più”, cioè gli oggetti di uso comune che stanno scomparendo dalle nostre mani perché sono cambiate le abitudini, gli usi, i mezzi, la tecnologia, i servizi ecc. ci siamo chiesti quanti pozzi ci fossero a Tussio.
Cominciammo ad elencare i pozzi in uso fino al 1963 – anno in cui arrivò l’acqua in casa – .
Considerammo che la vena che da Campotussio va verso la Valle era, ed è, ricchissima di acqua, e, che lungo quel percorso, ovviamente, si sono scavati tutti i pozzi del Paese.
Cominciammo ad elencarli e con una ricerca approfondita, con il supporto della madre di Paolo, Velia, di Teresa, di Nicolina e di Miuccio, ne abbiamo trovati ben 33.
La funzione del pozzo è ovvia: serviva a procurare acqua per uso alimentare, per uso igienico, per abbeverare gli animali e per irrigare i campi.
I pozzi erano comunali, il cui accesso era aperto a tutti, ed erano privati.
Alcuni di essi – forse i più antichi – hanno ancora oggi il boccaglio scavato in un blocco di pietra unica, ed il segno del tempo e della fatica prodotta nell’attingere acqua si vede dalle scanalature sulla pietra prodotte dallo sfregamento della fune che serviva per tirare su il secchio pieno d’acqua.
Le donne si recavano al pozzo più vicino, raccoglievano l’acqua con il secchio, la versavano nella conca di rame e, dopo averla posta in testa, appoggiata ad una mappina (ru trocchië) attorcigliata ad arte, portavano l’acqua in casa.
Ecco tutti i pozzi (ri puzzi – ru puzzë) ordinati nella direzione Madonna di Loreto – via di San Pio
N° | A destra della via dell’Aia | A sinistra della via dell’Aia |
1 | Pozzo di Romana | |
1 bis | Pozzo Sacchitt'(o) – Carmine Carosi | |
2 | Pozzo Comunale – Madonna dë Luritë | |
3 | Pozzo ru Fossolanë | |
4 | Pozzo Tulietta Cotugno | |
5 | Pozzo Ciccarelli Giovanni | |
6 | Pozzo Farrittë – Domenico Santogrossi | |
7 | Pozzo Rolando Carosi | |
8 | Pozzo di Domenico | |
9 | Pozzo Carlo Carosi | |
10 | Pozzo Comunale da colle | |
11 | Pozzo Cucurittë | |
12 | Pozzo Biacittë | |
13 | Pozzo Miscione – Gioconda | |
14 | Pozzo Zëppetella | |
15 | Pozzo Dionino | |
16 | Pozzo Giorgi Antonio | |
17 | Pozzo Schiucchittë | |
18 | Pozzo Pranzuicchë | |
18 bis | Pozzo Corrado Giorgi | |
19 | Pozzo Brisittë | |
20 | Pozzo Filiberto(?) | |
21 | Pozzo Mastro Giovanni | |
22 | Pozzo Comunale all’ara | |
23 | Pozzo don Carlo | |
24 | Pozzo Comunale alla fonte | |
25 | Pozzo dell’Asilo | |
26 | Pozzo di Rosina Coluccië | |
27 | Pozzo Giuseppe Giordani | |
28 | Pozzo padre Alberto | |
29 | Pozzo famiglia Scotti | |
30 | Pozzo Angelo de Santis Pëllërinë | |
31 | Pozzo Pascuccia | |
32 | Contrada Casale: Pozzo di Rosaria Giorgi | |
33 | Contrada Casale: Pozzo Giuannë Fusarë | |
34 | Pozzo della Fontanella | |
35 | pozzo “ ri Scarambini ” (Giovanni Rossi) | |
36 | La Fonte | |
38 | I pozzi, più la Fonte, sono 38 |
Dopo averne trovati e fotografati 32 pensavamo di avere tutto su “i pozzi di Tussio”; invece, parlando con Miuccio, scopriamo che ‘ncasalë ce n’erano altri due, attivi con l’acqua dentro.
La conclusione tratta è che le vene d’acqua a Tussio sono due: quella che scorre lungo l’aia e quella di Casale.
C’è da osservare che la vena posta sotto la Crocetta (Colle Maggiore) ha dato acqua ai pozzi scavati ad un’altitudine maggiore a quelli lungo l’aia. Presumibilmente anch’essa è abbondante del prezioso liquido.
Si dice che sul lato destro della chiesa Madonna di Loreto, Dionino avesse scavato un pozzo, ma non è stato trovato.
Un po’ più giù – vicino Caggiano – c’era il pozzo di Gian Battista che fu usato dal Commendatore Cicerone per portare l’acqua alla fonte, anche questo pozzo non esiste più.
Si dice che in mezzo all’incrocio di piazza Ranalli il commendatore fece scavare un “pilone” – grande vasca – per la raccolta dell’acqua per poi farla confluire alla conduttura che serviva per alimentare la fonte.
Sotto l’ara c’era il pozzo di Antonio Giorgi poi richiuso perché secco – non c’era acqua-.
Queste sono le considerazioni che abbiamo tratto “fotografando” la situazione attuale, di oggi.
In un recente passato – 100 anni fa – la situazione doveva essere molto diversa. Innanzitutto perché la popolazione di Tussio era di circa 800 persone con un fabbisogno idrico enorme rispetto ad oggi; poi perché molti pozzi, proprio per soddisfare le esigenze della popolazione, sono stati scavati in tempi più recenti.
Infatti Gaetano Cicerone su “Tussio fra i 99 castelli fondatori dell’Aquila degli Abruzzi” pag. 242 – 243, nel capitolo dove spiega le ragione per le quali ha costruito l’acquedotto per rifornire l’asilo infantile, scrive testualmente
… La deficienza idrica del territorio di Tussio fin da antichissimo tempo ha preoccupato i naturali, più che gli amministratori del comune, perché costretti a recarsi a notevoli distanze per provvedersi dell’acqua indispensabile ai bisogni della vita.
G. Cicerone, “Tussio fra i 99 castelli fondatori dell’Aquila degli Abruzzi” pag. 242 – 243
L’unica zona che ha sempre dato qualche manifestazione di acqua, specie nei periodi primaverili di scioglimento, è quella detta “piedi Buscito” a sud dell’abitato di Tussio.
In essa infatti, in diverse epoche, i naturali più coraggiosi scavarono pozzi nei pinti dove, nella stagione primaverile, vedevano la terra più umida, raggiugendo una media profondità di m. 4; e così la popolazione ottenne alcuni pozzi di una certa abbondanza in primavera e di potenza nulla, o meschinissima , nel periodo di magra.
Altri in diversi tempi, ne furono scavati lungo il fosso, ai piedi dell’abitato; pozzi simili ai precedenti ed anche più abbondanti per portata, perché trovandosi lungo il fosso, venivano influenzati rapidamente dalle medie pioggie scolanti attraverso i materiali detritici superficiali della campagna …..
L’ attingimento , in detti pozzi, i naturali lo hanno fatto sempre ciascuno col proprio secchio, la pulizia del quale è certo in relazione al grado di pulizia del proprietario; aggiungasi a ciò la polvere penetrante dalle bocche dei pozzi nei giorni di vento, e la sporcizia che bambini, o male intenzionati, hanno tutta la possibilità di gettarvi dentro.
Queste le deplorevoli condizioni del servizio idrico dell’abitato di tussio , causa possibile di malattie infettive… .
Nell’ottobre del 2012, grazie a Gilberto Pietrangeli, abbiamo aggiunto ancora due pozzi.
Quello di Corrado Giorgi, scavato vicino l’aia di sotto, all’altezza dell’inizio di via del Giardinello e quello, da fotografare, scavato negli anni ’50 da Carmine Carosi, Minuccio Sacchittë , all’interno della propria cantina.
Fonti di memoria: Teresa Carosi e Velia Moscardelli, hanno partecipato, con dibattito acceso, Nicolina Ciccarelli e Miuccio Ranalli.
VIA Giardinello