Nel territorio del comune di Prata d’Ansidonia si trova l’area archeologica di Peltuinum.

Ingresso a Peltuinum. Per noi: l’Ansidonia


Del sito della città è stata tramandata la memoria grazie al toponimo della chiesa medioevale costruita ai bordi del perimetro urbano antico: S.Paolo di Peltuino.
La città romana occupò il pianoro definito dalla cinta muraria ancora leggibile quasi per intero.
Nel suo agro sorsero poi i paesi di Prata d’Ansidonia, Castelnuovo, S. Pio delle Camere, Castel Camponeschi, Tussio, Opi, Fagnano, Ripa, S. Nicandro e, probabilmente, Bominaco, Caporciano e Navelli.
“Gli storici non accennano in quale epoca questo territorio fu assoggettato ai Romani. Probabilmente da Curio Dentato nella sottomissione dei Sabini….da principio fu Prefettura, quindi Municipio Romano col nome di Res Publica avente un collegio splendidissimo di Decurioni e di Padri Coscritti o Senatori municipali.

Ebbe patroni e patrone; Edili e Prefetti quinquennali, Prefetti iuredicundo; Questori della Repubblica, del Municipio, Curatori dell’Annona, Flamini Augustali e Seviri, Collegi sacerdotali di Ercole, di Silvano e di Mercurio Augusto oltre che la sacerdotessa di Venere Felice.” (Cicerone — Tussio nei 99……pag. 206)
Altre fonti dicono che già insediamento Vestino, Peltuinum nasce come città romana intorno al III sec. A.C. la città rivestì un ruolo fondamentale essendo posizionata sulla Claudia Nova, strada obbligata per raggiungere il mare Adriatico.
Ebbe un periodo di grande floridità dovuta al commercio di bestiame ed alla produzione di vino e zafferano.
In età augustea raggiunse una popolazione di più di 11.000 abitanti.
La sua importanza è testimoniata anche dall’imponente area pubblica di cui oggi rimangono i ruderi del tempio corinzio dedicato al culto di Apollo e quelli del teatro che poteva contenere 2.600 persone. La città, completamente recintata, si sviluppava per più di 800 metri lineari lungo l’asse principale. La sua decadenza è legata probabilmente al terremoto del 346 D.C. ,ed alle numerose distruzioni della guerra gotico-bizantina prima e longobarda poi. L’ultima devastazione fatale fu ad opera dei Franchi ( da Carlo Magno) che nel 775 la assediarono e la distrussero.
“Venne ricostruita sotto i Normanni ed ebbe nuovamente il titolo di città. Sotto la dominazione di costoro perdette il suo nome di Peltuino e prese quello di Civita Sidonia, da Sidonio che la ebbe in feudo. Da questo nome in seguito provenne quello di Ansidonia.”(Cicerone, idem)
Nel 1983 ebbe inizio una ricerca finanziata dalla Comunità Montana Campo Imperatore-Piana di Navelli, condotta sul campo dalla Soprintendenza Archeologica e dall’Istituto di Topografia Antica dell’Università ” La Sapienza ” di Roma.

La sintesi delle conoscenze allora acquisite può essere articolata secondo i principali  argomenti in: viabilità — case — la parte ovest — il tempio e il portico — il teatro — la domus.

Tempio, forse dedicato ad Apollo


Gli scavi effettuati nel 1984 hanno portato alla luce il perfetto coordinamento tempio-portico-teatro, che ha consentito di leggere la programmazione degli edifici pubblici con funzioni religiose, sia nelle interrelazioni costruttive dei tre edifici, sia nella documentazione stratigrafica che mostra un continuum di trasformazioni che va dall’età augustea alla metà del IV secolo.
Le campagne di scavo successive hanno avuto per oggetto lo scavo ed il restauro dell’area interessata dai resti monumentali del tratto più avanzato delle fortificazioni occidentali e del complesso tempio-portico-teatro.

zona del Teatro
Teatro visto dall’alto

Notizie tratte dal libro ” Peltuinum — antica città sul tratturo — a cura di A. Campanelli” — Ed. Carsa 1996___

le prime tre foto sono state state prese dal sito: https://www.iluoghidelsilenzio.it

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