story

Tussio 16 agosto 2013

Piazza della Chiesa
(dalle ore 21,55 alle ore 23,10)

(foto 1)

Colonna sonora:

Angeli negri,

boogie boogie

Introduzione

La colonna sonora che abbiamo ascoltato ci ha portato all’argomento che tratteremo ora: la ricostruzione della storia del complesso Spazio Vitale.

Speriamo di essere rigorosi e divertenti.
E … speriamo di riservarvi anche una piacevole sorpresa.

Ricomporre la storia di Spazio Vitale appare una cosa semplice.

Di anni, dalla sua “vita”, non ne sono passati molti.

I componenti, a parte Gigi Cova, ci sono tutti. Non sono neppure tanto vecchi da far pensare che la memoria abbia lasciato il posto a cose più importanti …. Eppure …

Il materiale sonoro, fotografico e cinematografico che ci è giunto è davvero scarso.

Pensavamo che ci fossero molte registrazioni, invece, esistono le cassette solo di tre concerti; qualche foto e uno spezzone di filmato .

Per ricostruire la “storia” verace, immediata e se si può, irrazionale, ovvero non mediata da troppe riflessioni che talvolta fanno ricordare in maniera distorta la realtà, abbiamo innanzitutto stabilito il metodo da utilizzare.

Abbiamo stilato le domande, tutte uguali, da porre ai componenti del complesso.

Abbiamo deciso di intervistare i membri del gruppo separatamente, per l’ovvio motivo di avere risposte sincere, personali, non influenzate.

Adesso, “racconteremo” le singole domande con le risposte ricevute: a volte univoche, spesso con differenze di ricordi notevoli.

Il copione integrale sarà pubblicato sul sito www.tussio.it . Per motivi di brevità nella rappresentazione di questa sera, abbiamo ridotto qualcosa sul testo originale.

Contemporaneamente abbiamo intervistato Toni Santogrossi, coetaneo dei membri del gruppo, che ci ha raccontato la storia dal suo punto di vista. Ovvero da persona che era al di fuori di esso ma … neanche troppo. Vedremo che le storie si intrecciano.

Dopo questa serata, la ricostruzione della vera storia di Spazio Vitale, probabilmente dovrà essere ancora riscritta, perché il vero confronto fra i componenti del gruppo avviene solo ora, questa sera, in diretta.

Infatti l’altro metodo che abbiamo scelto è stato quello della segretezza delle singole interviste. Ossia, nessuno sa cosa abbia detto l’altro.

Ci proviamo ….

Innanzitutto i nomi e cognomi dei principali componenti del gruppo Spazio Vitale che citeremo, e che in seguito chiameremo solo con il nome di battesimo.

In ordine alfabetico sono:

(presentazione dei componenti del gruppo singolarmente: loro si alzano in piedi)

(foto 2 + foto 3)

Luigi Carosi (batteria)

Paolo Cicerone (tastiere)

Vittorio Cicerone (basso)

Mauro De Rubeis (chitarra)

Pierino Giorgi (voce e mixer)

Gigi Cova (maestro d’orchestra, sax e clarinetto) che non c’è più.

Carlo De Rubeis (voce)

Claudio De Dominicis per tutti Bibbitt'(o), (voce)

Lidia (voce)

Umberto Strinella (voce)

Paolo Del Vecchio (voce)

Enzo Accili (voce e chitarra)

Cicci Rossi (voce)

Giose è Giuseppe Cicerone, padre di Vittorio e di Paolo

(Stacco 3)

La prima domanda posta è stata:

SPAZIO VITALE

1 In quale anno è iniziata l’esperienza di Spazio Vitale

Storia: i ricordi di tutti sono abbastanza univoci: il gruppo, come gruppo, ha iniziato fra il 1973 e 1974.

Precedentemente Mauro e Vittorio avevano studiato un po’ di musica.

Mauro, confermato da Vittorio , dice: “Tutto inizia a L’Aquila, affianco alla casa di Giose Cicerone, padre di Vittorio e Paolo, in una Falesia nella roccia era stato ricavato un “localetto”, io Vittorio e Vito (un amico di Pescara che studiava a l’Aquila), frequentavamo il 4°/5° liceo.
“Lo spaccio della Bestia Trionfante” era il nome della prima formazione, per strumenti: 2 chitarre + una batteria.
Diciamo che questa era la formazione del “gruppo invernale”.
D’estate a Tussio si unì a noi Luigino alla batteria.”
Paolo 
entra nel 1974. In quell’anno, è certo, che il complesso suonasse con una formazione già definita.
Luigino, invece, fa risalire l’origine del complesso ancora più indietro.
Versione identica a quella fornita da … l’osservatore esterno, di cui abbiamo accennato e dice: “Tutto inizia, quando Io, Toni e Mauro, con i Punti della “Star”, comprammo una batteria giocattolo, tra il 1965 ed il 1968 iniziammo a suonare, alla casa di “mammarella” di Toni. Avevamo anche delle “tamburelle” da ping-pong e per “cassa” della batteria utilizzavamo un coperchio di un “callar’o’”.
In seguito dopo qualche anno, insieme sempre a Mauro e Vittorio con anche un certo Vito di Pescara suonavamo al garage di Vittorio a casa sua all’Aquila.
In quegli anni a Tussio c’erano due Club uno costituito dai ragazzi più piccoli che stavamo sotto casa di Paolo e Vittorio, di cui facevo parte insieme a Paolo, Sandro, Mimmo.
Ed il club dei ragazzi più grandi che si riunivano alla casa de “ru gigant’”, redazione storica del giornalino “la Mazzocca” redatto in quegli anni da Toni, Mauro, Pierino, Aurelio, Vittorio.

A questa prima domanda Pierino ha sentito il bisogno di fare una premessa intimista, personale, che riportiamo così come ce l’ha detta.
Prima di parlare di Spazio Vitale, vorrei fare una premessa.
Il mio legame affettivo col paese, dovuto soprattutto al senso di nostalgia che provavo causato dalla mia assenza “forzata”.
Da bambino ho subito un lutto importante: la morte di mio padre.
Studiavo in collegio in città lontane (Desenzano e Firenze), vivevo sempre nel ricordo dei luoghi e delle amicizie lontane.
Mi mancava tutto! Persino il freddo … Sono stati degli anni “terribili”…
Al liceo ginnasio a Firenze, in alcune notti d’inverno, quando nevicava ricordavo il “rumore della neve” che sentivo sul tetto della camera alta di casa a Tussio.
Anche questo mi riportava a Tussio …
Sentivo la mancanza degli amici, a cui sopperivo con fitte relazioni epistolari, soprattutto con Mauro. Mi mancavano le passeggiate sul Bussito.
Il senso del “ritorno”, raccontato in un articolo pubblicato sulla “Mazzocca” il nostro giornalino, era il sentimento che provavo sempre. Tutt’ora Tussio mi manca molto …
Diciamo che tutto è iniziato i primi anni ’70…1971/72

( foto 4)

Sentiamo, adesso la versione di Toni. Alla domanda

Che cosa ricordi di Spazio Vitale? Della sua nascita?

Risponde:

lettore

Con i componenti del complesso, o almeno con quasi tutti, ho condiviso grandissima amicizia, durante tutta l’infanzia e l’adolescenza. Ho condiviso i giochi, la fondazione e la redazione del giornale la Mazzocca, i clubs, i balli, le feste e le prime esperienze d’impegno politico.
Sono nato con la radio di famiglia e il giradischi a “78 giri” con la puntina che si cambiava ogni 5 ascolti.
Le melodie che si suonavano e si ballavano erano valzer, mazurke e polke.
Durante il periodo delle scuole medie, dal 1965 al ’68, a San Demetrio, è cominciata la “rivoluzione musicale”.
Alle feste di paese, le feste patronali, – non esistevano sagre e altre porcherie commerciali, – si cominciavano a vedere e ad ascoltare, nelle piazze, i primi complessi con gli strumenti musicali elettrici al posto delle bande e dei canti lirici.
Apparvero i giradischi e i dischi a “45 giri”. Successivamente, i mangiadischi.
I “78” sparirono rapidamente e cambiarono i generi musicali.
Nel 1968, a 14 anni, ho iniziato a frequentare la scuola a L’Aquila, e, con Mauro e Vittorio (Aurelio era a Lanciano e Pierino a Desenzano), ho scoperto il rock inglese e americano. E, come la maggior parte degli adolescenti, sognavo, insieme agli amici, di suonare e cantare. Come molti, almeno una volta nella vita, ho provato a strimpellare qualche strumento musicale che fosse anche solo un giocattolo. E l’ho fatto con Mauro e Luigino. Comprammo una trombetta di plastica, una batteria giocattolo, una pianola-forse era una tastiera funzionante a fiato- che non ricordo come ci capitò e, con un casino infernale, facevamo le prove alla “cucina Mammarella”, attualmente, casa mia.
Mauro alla tromba, io alla pianola e batteria e Luigino alla batteria.
Ecco perché rivendico che se Luigino è batterista, è per merito mio, per la passione che gli ho trasmesso e che, entrambi, conserviamo ancora oggi.
E provavamo, lo ricordo bene, “Il ballo di Simone”, la traduzione in italiano fatta da Giuliano e i “Notturni” della canzone di Simon Says e Un’avventura cantata da Lucio Battisti al festival di Sanremo del 1969.
Infatti, eravamo intorno al 1969/70.
Ecco, io credo che la vera origine di Spazio Vitale sia scaturita da li.
Poi, Mauro comprò la prima chitarra acustica (se non sbaglio una Eko, credo costasse seimila lire) e cominciò a strimpellare con costanza. Iniziò anche Vittorio e, credo, nel ’72, provavano alla grotta di Vittorio ad Aquila.
La cronistoria la sanno, esattamente, solo gli elementi del gruppo. Infatti, nel novembre del ’73, sono andato a Perugia, all’università, e ne ho seguito poco l’evoluzione. Comunque, quando tornavo, andavo sovente con loro e mi “sedevo” spesso alla batteria di Luigino. (fine lettore)
Come avete ascoltato, le origini del complesso, secondo Toni, coincidono perfettamente con la versione data da Luigino. Interessante, soprattutto, l’inquadramento storico del periodo e anche delle date definite: nel 1972 Mauro, Vittorio e Vito hanno iniziato a suonare alla “grotta” di Giose.

(stacco 2)
2 I luoghi delle prove, dove provavate?Storia: a questa “semplice” domanda i ricordi sono ancora più confusi. I luoghi in cui si è provato possiamo elencarli tutti.
Attenzione, però. Siamo riusciti a farlo sommando i singoli ricordi dei membri del complesso.
Li abbiamo elencati anche con l’aiuto di Toni, in modo definitivo e completo , soprattutto nella giusta sequenza.Nell’ordine in cui siamo riusciti a capire i luoghi delle prove sono stati:

Sotto la casa di Giose: attuale casa di Vittorio
Alla casa de ru Gigante, attuale casa di Peretti
Alla Congrega
Alla casa di Alfonso la Soldatella (nonno di Paolo e Vittorio) attuale casa di Matteo di Bartolomeo
Alla casa della “Jatta”
Alla casa di “Rachelina” di fronte al forno,
A proposito della casa di Rachelina c’è il ricordo di Paolo , doverosamente dedicato al padre, che è stato il primo supporter di questi ragazzi: ricordo che nostro padre Giose ci accompagnò ad Ofena per parlare con i proprietari ed intercedere per farcela dare in affitto, ovviamente ci fu concessa e quello fu il luogo delle prove definitivo!

(stacco 2)

3 Come avete fatto a comprare gli strumenti? Erano personali o di gruppo?

Storia: gli strumenti: chitarre, batteria organo erano personali. La strumentazione … ovvero gli amplificatori ed altro, erano del gruppo.
Paolo Crescendo come gruppo e come impegno musicale, ci fu l’esigenza di avere attrezzature professionali.
Le attrezzature furono acquistati da Dragani a Pescara e mio padre Giose fece da garante per le cambiali che firmammo per il loro pagamento ….
Carlo sostiene che le cambiali furono fatte a suo nome.
Alla domanda di come facessero a pagare le cifre notevoli, per l’epoca e per le tasche dei ragazzi, del costo delle attrezzature:
Mauro dice: Con il premio per il ritrovamento del Leone, ovvero una somma pari a £600.000 (la stima del pezzo era pari a £2.400.000, di cui la metà andava alla Stato, la parte restante andava suddivisa tra proprietario del terreno e chi aveva fatto la scoperta …), grazie a questi soldi, comprammo un impianto di amplificazione dai ragazzi di San Pio.
Vittorio 
aggiunge: Non avevamo disponibilità per fare quello che pensavamo e quindi ci inventammo manovali, muratori, pittori, ragazzi di fatica per ripulire locali o addirittura per sgombrare macerie in case in ristrutturazione. I soldi che guadagnavamo li mettevamo insieme e li utilizzavamo per comprare gli strumenti che ci interessavano. Ai soldi guadagnati con il lavoro si aggiungevano quelli provenienti dalla vendita degli strumenti precedentemente acquistati ed utilizzati.
Pierino ricorda: alla casa di Alfonso, addirittura avevamo dei tacchini, Luigino gli metteva da mangiare, poi li vendevamo per pagare l’affitto.
Luigi racconta un aneddoto: quando andammo a Roma in autobus ed in un negozio in Via Cavour, i “fratelli Bandiera,” acquistammo due casse.
Fortunatamente erano dotate di ruote, le “scorrazzammo” fino a Piazza Esedra, allora fermata dell’autobus, e le caricammo sulla corriera per tornare all’Aquila …

4 Avete studiato musica o suonavate ad orecchio?

Storia: solo Mauro e Vittorio avevano preso delle lezioni di musica. Gli altri suonavano e cantavano ad orecchio. Gigi Cova volle che si conoscessero i rudimenti per poter leggere uno spartito.

5 Chi erano i componenti del complesso? Quale è stato lo sviluppo della formazione nell’arco temporale … musicisti e cantanti. Chi ha iniziato e chi è passato nel gruppo?

Storia: Vittorio risponde per tutti: anche qui c’è da dire molto, il nucleo iniziale era composto da me a da Mauro con noi, a L’Aquila, c’era Vito Rossi che in seguito ha partecipato anche a qualche concerto. Con lo spostarci a Tussio si aggregarono: Luigi alla batteria e Paolo all’organo e Pierino in qualità di fonico e talvolta anche di cantante. I cantanti veri mancavano in quanto nessuno di noi aveva qualità canore importanti e allora in successione arrivarono Carlo (più volte ha smesso e ripreso), Claudio – Bibbitt'(o)-, Umberto quando c’era ancora Gigi Cova, Cicci, Enzo e Paolo, entrambi dopo Gigi Cova.
Il gruppo ha avuto anche delle guess star come Romano e Cova quest’ultimo nel periodo migliore del complesso.Nel gruppo venne inserito per un breve periodo anche Gildo.
Poi si ricordano altri inserimenti temporanei. Per esempio, solo per un breve periodo, la figlia del maestro di musica Paolo Cerasoli, fratello di Marisa moglie di Gabriele detto Popò.
Paolo, secondo noi con un notevole salto di tempo, ovvero quando il gruppo originale era ormai dissolto da anni, ricorda l’inserimento di Giuseppe Mancini al clarino,Giammatteo Coia al Sax, Silvio Coia alla Tromba.
Luigi ricorda Umberto Romano che si esibiva con la fisarmonica, e Fabio Leonardis che qualche volta ha fatto il presentatore insieme a Sandro Santogrossi
Mauro nomina anche Gildo alla fisarmonica ma non in manifestazioni ufficiali, solo nelle prove.

6 dopo de “Lo spaccio della Bestia Trionfante” chi ha scelto il nome di Spazio Vitale e perchè?

Storia: qui la storia diventa quasi comica, nel senso buono del termine. Molti rivendicano la titolarità del nome.
Paolo sostiene: Il nome fu “affibbiato” dal fratello di Padre Alberto … (come si chiamava?)… il quale scrisse anche il testo di una canzone “l’evaso” e noi la musicammo.
Significato del nome Spazio Vitale? Boh!…. non saprei …. Esattamente
Carlo : Non lo so … forse si il fratello di padre Alberto… scrisse pure una canzone
Luigi: Mi sembra che il nome lo scelsi io, forse lo lessi da qualche parte … ma non ricordo, in realtà il gruppo all’inizio si chiamava “tussio by night” che poi divenne anche un pezzo musicale …
Mauro: Credo io, era un “concetto filosofico”. Poi era un concetto di nome che si staccava dalla tradizione anglosassone (dove la brevità o una sigla erano la caratteristica) e anche dai nomi dei gruppi di musica Progressive dove i nomi erano molto lunghi …
Vittorio: il nome Spazio Vitale è stata una mia invenzione. Il nome deriva dal Mein Kampf li dove si dice che ogni individuo ha bisogno di uno “spazio vitale” in cui credere e riconoscersi e per cui crescere.
Insomma tutti rivendicano la titolarità della scelta del nome, chi sia stato veramente noi non lo abbiamo capito.

(Pausa musicale: Linda cantata da Carlo)

7 Quando è arrivato Gigi Cova?

Storia: la data di ingresso di Gigi Cova è pressoché definita, ma non troppo. Quasi tutti indicano gli anni 75/76 fino al ’78 più o meno.
Mauro racconta: Fabio, il cognato, ci presentò Gigi Cova il quale ci fece una “audizione” per sentirci. Ricordo che al termine della esibizione ci disse “siete dei grandi solisti”… allora lo prendemmo per un complimento, ma capimmo subito dopo che, ovviamente, non lo era … in effetti voleva dire che ognuno di noi andava per conto suo.

( foto 5)

Come Gigi Cova sia arrivato a Spazio Vitale ce lo racconta anche Toni:

lettore

Ingresso di Gigi Cova

Non ricordo esattamente l’anno, forse il ’74 o il ’75, in occasione delle feste di settembre, il complesso si esibì in piazza della chiesa, sul palco costruito nello spazio del forno. In quella occasione gli amici mi coinvolsero e, con due batterie, suonammo (suonammo per modo di dire, col senno di poi), dei pezzi di Santana: Oye como va, Samba pati, Jingo, Black magic woman. Luigino mi fece accompagnare, con la sua batteria, il pezzo: “Guarda” dei “the Rogers”, cantato da Carlo.
In piazza, ad ascoltare, c’era Gigi Cova, che io, per l’amicizia e per la frequentazione che avevo con Fabio, suo cognato, conoscevo più degli altri.
Quando scesi dal palco, Gigi fece i complimenti all’esibizione di tutti e mi chiese se poteva, in futuro, partecipare alle prove del complesso perché sapeva suonare il sassofono.
Io gli consigliai di parlare con i componenti di Spazio Vitale ché sicuramente lo avrebbero ascoltato.
Quello che è successo in seguito lo ricordiamo bene: Gigi, grande musicista, esecutore e compositore, entrò nell’organico e fece fare il salto di qualità al complesso.
Spazio Vitale cominciò a suonare veramente la musica, con la musica.

8 L’ingresso di Gigi Cova trovò consenso oppure fu considerato una figura ingombrante?

Storia: Gigi Cova è stato accolto benissimo da tutti. Tutti hanno riconosciuto la validità della persona e, soprattutto del professionista.
All’inizio entrò come “osservatore tecnico” che dava indicazioni molto importanti.
Introdusse il concetto della musica come lavoro, fatto di impegno, costanza, prove per affrontare meglio le serate e soprattutto per fare delle tournée.
Poi cominciò a suonare con il sax e clarino ed entrò in pianta organica nel gruppo.
Paolo dice: Introdusse anche un genere musicale in cui noi ragazzi non ci riconoscevamo (noi amavamo il grande rock, americano, Led Zeppelin ,Jethro Tull,il rock italiano della PFM, in ogni caso pezzi dove amavamo sfidare anche per il virtuosismo della difficoltà del pezzo stesso …. ), Molte volte sceglievamo un pezzo molto difficile come sfida (come per es. il pezzo della PFM “Celebration” ci vollero 15 giorni di lavoro e di ascolto della musicassetta, per tirare fuori gli accordi per ogni strumento, ma alla fine ci riuscimmo!!!, grazie alla passione ed alla forza di volontà soprattutto mia ….).
Carlo aggiunge: Essendo lui un professionista, rispettava gli appuntamenti e gli orari, ma noi ragazzi eravamo un po’ “indisciplinati”.Varie volte lui veniva in sala prove, ma noi eravamo dentro con le ragazze (a luci basse), capitò più di una volta che lui dovette andarsene via in quanto noi impegnati in “altro”….

Dissenso.

A un certo punto dell’avventura di Gigi dentro il complesso … arrivò anche il dissenso. Arrivò quando si cominciò a parlare di soldi. Il complesso si era preparato per uscire a fare serate e il suonare per hobby si era trasformato in: tra virgolette, “professione”.
E Gigi pretese di essere pagato alla fine di ogni prestazione come un session man.
Ci ha raccontato Vittorio che, anche Luigi che si fidava ciecamente di lui, nel 1977, quando Cova pretese i soldi, si ricredette parzialmente. E dice: Molti di noi lo avrebbero voluto fuori dal gruppo, ma Luigi, appunto, pur rimanendoci molto male lo voleva ancora dentro e per il nostro quieto vivere abbiamo lasciato che tutto continuasse .
Qualcun altro, invece, ci ha detto: secondo me era giusto che fosse pagato, visto che lui era un professionista e ci insegnava ….
E’ grazie a lui che abbiamo fatto molte serate, o meglio ci preparava, musicalmente parlando, per “reggere” il palco.
Da quanto abbiamo capito, successivamente al periodo burrascoso, quasi tutti hanno riconosciuto che a Gigi era dovuto un compenso.

9 E’ vero che con Gigi Cova ci fu il salto di qualità?

Storia: la risposta è stata unanime: Sì con Gigi ci fu il salto di qualità musicale e non solo: anche “strategico”, di comunicazione, dovuto alla sua esperienza.
Le parole di Luigi sono :Ci fu un salto di qualità. Lui era un musicista e noi no. Si occupava degli arrangiamenti delle “quadrature”, ci diceva che il pezzo lo dovevamo fare con le nostre forze e per le nostre possibilità, altrimenti per “strafare” si rischiava di “essere la brutta copia di tizio o di caio”, pertanto tutti i pezzi venivano ri-arrangiati per le nostre possibilità.
Aggiunge Mauro: Ci formò professionalmente, la disciplina come regola. Arrangiava i pezzi e poi iniziò a suonare con noi, grazie ai suoi insegnamenti ci permise di arrivare a fare le prime serate (pagate …), in pratica ci inquadrò musicalmente .
Vittorio: Con lui ci siamo presi belle soddisfazioni come vincere premi in concorsi radiofonici o essere invitati nelle televisioni private in occasione di festività varie.
Carlo racconta: con lui iniziammo ad avere anche una divisa. Ci teneva molto alla forma e a come ci dovevamo presentare sul palco. La tenuta consisteva in un paio di pantaloni, una camicia con la farfalla di paillettes, forse tutto di colore Blù …
A proposito della Strategia di comunicazione e di conoscenza del mondo dello spettacolo, Paolo ci racconta: per suonare nella sala ristorante del Gran Panorama, in un veglione di Fine Anno, i proprietari pretesero di fare un provino prima di sceglierci per la serata. Questi arrivarono a Tussio, in sala prove, ovvero alla casa di Rachelina, e Gigi capendo al volo la “tipologia di persone” che avevamo di fronte ci fece suonare “Brasilian Carnaval” …. suonammo solo quel pezzo, l’ingaggio era nostro.
Ecco anche questa era la bravura di Gigi Cova, di capire esattamente cosa,dove, come suonare …

(Pausa musicale: Brasilian carnaval)

( foto 6)

10 Le decisioni artistiche come venivano prese ?… generi musicali, pezzi, scaletta, scenografie …. Come veniva creato il programma musicale?

Storia: Le decisioni venivano prese insieme. Certo Gigi Cova era il massimo influenzatore. D’altronde non poteva essere diversamente. Il gruppo aveva anime musicali diverse: Mauro e Vittorio, rocchettari, Paolo e Luigi più soft, orientati più al pop e alla musica italiana. Comunque per piacere al pubblico delle piazze la serata doveva essere variegata e malgrado qualche mal di pancia ci si dovette adattare anche a suonare il “liscio”.
Altro fattore importante era che le decisioni artistiche erano dettate dal cantante che c’era a disposizione. Pertanto il genere musicale variava in base a quest’ultimo: nel periodo in cui cantava Enzo (dopo Gigi Cova) si facevano molti brani dei Pooh, perchè questi aveva una vocalità simile a quella di Roby Facchinetti.
Paolo del Vecchio, invece, era portato per brani del tipo i “Bee Gees”. E poi come dice Claudio La difficoltà era con i pezzi in inglese, perché erano fatti con approssimazioni in quanto nessuno di noi parlava in inglese, pertanto si cantava una lingua “inventata”.
Aggiunge Pierino: Era Gigi che decideva e dava il “taglio” delle serate. Lui introdusse una Sigla di apertura e di chiusura “tussio by night”, organizzava e ci teneva molto a “portare” la musica per il paese durante le “serate natalizie”, era lui stesso che le preparava.

11 Quale è stato il punto massimo di soddisfazione?

Storia: come era prevedibile dal tipo di domanda, le risposte sono personali. Comunque tutte rientrano nei primi tempi di esperienza musicale. Dal 1975 al 77 più o meno.
Carlo racconta: quando, cantammo e suonammo alla radio. La soddisfazione che per farci vincere telefonarono in molti, pertanto il consenso del pubblico in quella occasione fu notevole.
Alcuni hanno legato il punto di massima soddisfazione alla serate al Gran Panorama.
Qualcuno al concerto tenuto al cinema Rex per i ragazzi delle scuole superiori dell’Aquila.
Comunque la soddisfazione di tutte le uscite è evidente e traspare ad ogni intervista.

12 Come venivano procurati gli ingaggi?

Storia: tutti hanno detto che la fonte maggiore di contatti con i procuratori delle feste erano le amicizie e le conoscenze. Poi, importante, è stato il passaparola: una serata andata bene poteva procurarne molte altre.
Vittorio ricorda: Si partiva, spesso sulla mia moto, io e Mauro, e si andava, paese per paese, a contattare i comitati delle feste.
Tutti, Pierino, Luigi,Umberto, si davano da fare per procurare contratti. Per un periodo Spazio Vitale ha avuto anche un impresario dell’Aquila, Erminio Allega. Insomma si faceva di tutto per suonare … anche, per esempio, spacciarsi per un’orchestra proveniente dalla patria del liscio.
E qui Luigi racconta: il nostro contrattore, Erminio Allega, ci procurò una serata a Pedicciano (AQ). Erminio ci aveva proposto come una orchestra romagnola. Quando arrivammo, il prete, don Giovanni Ciccarelli di Tussio, ci riconobbe suoi compaesani e scoprì “l’ingenuo inganno.” Fortunatamente fini con una grande risata.
L’importo degli ingaggi hanno subito una evoluzione.
All’inizio, quando non si era conosciuti, la serata veniva pagata sei/ settecento mila lire. Poi si è arrivati anche a un milone e seicentomila lire.
Luigi ricorda cifre più basse: Quelle del Gran Panorama avevano un cachet più alto, non ricordo la cifra esatta, forse dalle 300.000£ alle 500.000£ a serata, tra noi del gruppo la cifra si divideva, prendevamo tutti uguale, a parte Gigi Cova che prendeva un po’ di più sulle 50.000/70.000 £ come anche Lidia, la cantante donna.

13 Quale è stata la prima serata/concerto? Dove avete suonato?

Storia: Pierino e Mauro ricordano che la “prima uscita” pubblica di Spazio Vitale, ma allora ancora non si chiamava così, fu a Tussio: con una Messa cantata (beat), con Don Alfredo, allora parroco “giovane” che cercava di coinvolgere i giovani nelle attività della parrocchia, io cantavo, ci ha raccontato Pierino.
Mauro aggiunge: “Messa Beat” alla chiesa di Tussio, con Pierino (Giorgi) che cantava. Quest’ultimo studiava in seminario a Desenzano, e aveva procurato questi spartiti, ricordo che facemmo un grande sforzo per imparare la musica, in quanto non avendo grande dimestichezza con spartiti e non essendo in possesso di dischi da cui potevamo sentire le melodie , fu un lavoro davvero duro ….
Ma la prima serata ufficiale si svolse all’Aquila presso la Pizzeria Graziosi.
Luigi racconta: Il primo concerto fu fatto alla Pizzeria Graziosi a L’Aquila ed il gruppo si chiamava ancora “Tussio by night”. Gigi Cova non suonò, era lì ancora come insegnante del gruppo. E c’erano come ospiti venuti da Tussio Tino e Rita, i genitori rispettivamente di Mauro e di Vittorio e Paolo.
Buffo è il modo come trasportammo gli strumenti all’Aquila: li caricammo e trasportammo sull’apetta di Artidoro di Prata. (ArtidoroDuronio).
Poi segue una sfilza di nomi senza ordine cronologico. Carlo ricorda la serata di Rocca di Mezzo dove cantò anche Lidia, semi professionista di Avezzano.
Fra i posti ricordati ci sono: ovviamente Tussio, Gran Panorama a L’Aquila, S. Stefano di Sessanio Caporciano Acciano Fontecchio Lucoli/Casamaina Tornimparte Civita Tomassa Pagliare di Sassa:con Tussio al seguito, e a Fiamignano, nella Valle del Salto. A Fiamignano gli orchestrali ricordano l’episodio in cui sono arrivati tardi perché hanno sbagliato strada. Hanno suonato in ritardo e non furono pagati. Però ebbero grande successo e furono richiamati l’anno successivo.
E l’anno successivo,raccontano il simpaticissimo aneddoto di Bibbitt'(o). Dunque … pare che Claudio, in tutte le piazze, avesse un nutrito stuolo di fans amici, che appena iniziava a cantare, per puro spirito goliardico, iniziavano a fare il coro: bibbitto, bibbitto, bibbitto. A Claudio questo non faceva … molto piacere.
Arrivati a Fiamignano, il nostro, che per l’occasione aveva indossato una camicia alla “Mal dei Primitive”, da acchiappo!, si sentì sollevato, pensando che il quel posto lontano nessuno lo conoscesse, sperava di fare “colpo sulle ragazze”, (amava fare il “provolone” dal palco, e conoscere le ragazze). Invece … appena salì sul palco si alzò il coro: bibbitto, bibbitto, bibbitto. Ovviamente si arrabbiò!

(stacco3)

14 Successi/serate particolari che ricordi?

Storia: anche a questa domanda si succedono una serie di nomi di località alle quali i componenti del gruppo legano un ricordo particolare oppure un aneddoto.
Mauro, oltre a Fiammignano, ricorda una serata del Rotary al Grand Hotel a L’Aquila, organizzata dal prof. Leonardis, era una serata di auguri natalizi.
Una festa sulla Piana di Montereale. Montammo il pomeriggio gli strumenti, in una chiesa dove c’erano delle reliquie, ricordo che c’era anche un cimitero li vicino. Un prete da sopra il campanile pretese che portassimo un microfono sul campanile stesso, in modo che questi da li sopra potesse mostrare le reliquie …. in pratica più che interessati alla nostra musica serviva un “service” per il prete.
Vittorio cita una serata ad Aragno in cui, tra il primo e secondo tempo, il comitato salì sul palco e ci chiese di poter verificare se avevamo attrezzature di registrazione. In pratica temevano che suonassimo in play back. La cosa ci fece molto piacere perchè era ovvio che non avessimo apparecchiature di quel genere e che quindi ci stavano facendo indirettamente un grande complimento.
Carlo mette al primo posto La trasmissione a “telePoker” di Pizzoli (Aq)
E lo spettacolo al cinema Rex a L’aquila dove cantai la canzone “amico di Ieri”.
Luigi ricorda la serata trasmessa a Radio Effe o Elle (non ricordo il nome..), in cui vincemmo il concorso con il pezzo “tussio by night”.
Un secondo concorso si svolse nella discoteca Studio 81, in quel caso l’organizzazione venne a Tussio, registrò il pezzo, “Tussio by night”, poi la trasmise in radio ed il pubblico votava, arrivammo terzi (vinse un gruppo aquilano)
Due serate a TV Poker: la prima volta fu una diretta durante una serata di Carnevale; la seconda fu una serata registrata, e di questa c’è un aneddoto divertente, quando venne trasmessa dalla regia, per errore, fu inviato un film pornografico, fermato immediatamente e inviata la registrazione della serata musicale.
Paolo nomina, invece, Radio Luna, una emittente privata, bandì tre concorsi musicali, per il miglior cantante, la migliore canzone e il miglior gruppo, i concorsi furono –vinti tutti e tre dal nostro gruppo con le canzoni “l’evaso” e “sei la mia donna”.
Ma …. torniamo al cinema Rex e … troviamo una testimonianza che, insomma … , ci dice che a quel concorso, non tutto filò liscio e con correttezza.
Rossi Gabriele, fratello di Cicci Rossi al Rex suonava in un gruppo “avversario” a Spazio Vitale, il cui nome fu preso in prestito da un complesso di Barisciano: “Polvere e pezzi di carta”.
Gabriele ci ha detto che: “spazio vitale” vinse un po’ con la strategia del padrone di casa. Poiché i mixer erano loro, quando suonammo il pezzo dei Pink Floid “the dark side of the moon” i fonici che stavano al mixer ( forse Pierino … .) “boicottarono” l’impianto … il pubblico ci fischiò e Spazio Vitale vinse.
In ogni caso, continua Gabriele , la bravura di Spazio Vitale non si discuteva …..

15 Eravate seguiti e ben accettati dal pubblico? Avevate dei fans? Avevate la consapevolezza di avere un seguito di fans? Ci sono stati dei successi particolari?

Storia: Tutti hanno avuto coscienza di essere seguiti ed apprezzati: dal pubblico dei paesi o dei locali dove si suonava ma, anche e soprattutto, dai tussiani.
La testimonianza precisa di Paolo Si, eravamo bene accetti. Nei posti dove avevamo suonato e ritornavamo, il pubblico si ricordava di noi. A volte la particolarità del consenso, soprattutto artistico, si percepiva durante l’esecuzione di un pezzo, quando
non si sentiva il vociare, ma il pubblico ascoltava in silenzio, e restava in silenzio anche dopo, appena terminata l’esecuzione. Avevamo in quel momento la sensazione che il pubblico avesse apprezzato e noi avevamo eseguito bene, in pratica avevamo catturato l’attenzione generale.
Per dirla con Luigi: il gruppo di giovani di Tussio ci seguiva sempre o quasi e non necessariamente tutti insieme. Una rappresentanza c’era sempre.
Un aneddoto simpatico fu quando entrammo al Gran Panorama per una serata, Silvestro Cialfi ,che ci seguiva come claques, scivolò e cadde di culo sul pavimento a peso morto a causa della cera appena passata …
Mauro ricorda un “affezionato” che veniva sotto al palco per chiedere a che ora facevamo un certo pezzo, il pezzo era “celebration”, e questo tipo veniva sempre alle feste nella zona di Tornimparte e Lucoli.

16 I fans li avete “utilizzati” per ottenere consensi e/o favori? (insomma frequentazioni di ragazze …)

Storia: la domanda, come si può immaginare è pruriginosa. Tutti hanno ammesso, chi riferendosi a se stesso chi ad altri, che grazie alla musica, agli strumenti musicali, alla notorietà ed alle serate musicali, hanno ottenuto … “benefici”.
Dentro il club, fuori dal club.
Qualcuno, simpaticamente, ha additato altri di volere “approfittare” della notorietà che avevano.
Qualcun altro ha detto che, visti gli orari impossibili per avere opportunità di conoscenza,le tre di notte quando si terminava di smontare gli strumenti, era difficile pensare alle ragazze.
Qualcuno ha ammesso di aver colto l’occasione per un “acchiappo” veloce e noi pensiamo che questo “amico” non aiutasse molto a montare e a smontare le attrezzature.

(Stacco 4)

17 Andavate tutti d’accordo?

Storia: sì, si andava d’accordo. Sostanzialmente tutti hanno detto la stessa cosa. Qualche capriccio, scontro verbale è normale che ci fosse e allora interveniva Pierino che dice: Si potevano creare delle incomprensioni, ma io riuscivo ad essere un legante fra tutti, per mia attitudine nel mettere d’accordo ed insieme le persone e le esigenze di ognuno di noi, cercando di mediare …
Tutti vedevano in me una persona più matura e posata …
Claudio Bibbit'(o) ricorda: c’era con Mauro che voleva suonare a “modo suo”, invece Gigi (Cova) lo frenava, spesso si “beccavano”

18 C’erano rivalità invidie e gelosie?

Storia: non all’interno del gruppo , sostengono Paolo e gli altri: ma con altri gruppi musicali della zona si. Per esempio con un complesso di San Pio dove suonavano Tonino, Gianni. Anche Barisciano aveva un gruppo con il quale non c’erano rivalità.
Pierino ci descrive la situazione: C’erano le invidie di chi non “poteva” far parte di questo “fermento” e pertanto a volte ci potevano essere degli atteggiamenti denigratori.
Tra noi, prima dell’arrivo di Gigi, non ce n’erano. Poi siccome “girava il soldo” si sono creati degli attriti, ma raggiungemmo un accordo dopo diverse discussioni, ed io feci la parte del diplomatico per restare uniti. Alla fine giungemmo ad un accordo, ovvero che a Gigi Cova spettasse il 50% dell’incasso, ed al resto del gruppo l’altro 50%.

( foto 9)

Ora raccontiamo la testimonianza, piena di affetto e riconoscimento a Spazio Vitale, di Paolo Del Vecchio: Diciamo che io ero molto giovane avevo 16 anni, ed avevo iniziato a cantare anche con un gruppo aquilano chiamato gli Uranius.
Seppi che il gruppo cercava un cantante, e feci un “provino”. Spazio Vitale era un gruppo noto nella zona.
Io ero molto timido, ma ero un bel ragazzo, avevo iniziato delle piccole esperienze come testimonial nel campo della moda, vestivo in modo “fichetto”, pertanto anche l’immagine aiutò il giudizio positivo e iniziai subito.
Ricordo che, soprattutto, Paolo e Mauro erano molto attenti alla “strategia comunicativa”: essendo io molto giovane, carino, vestito alla moda, somigliante a Miguel Bosè, che in quel periodo era ai primi posti delle hit parade, cantavo spesso sue canzoni. Ma anche hit della “febbre del sabato sera” dei Bee Gees o del film “grease” di John Travolta..
Alla domanda: andavate tutti d’accordo, Paolo risponde: Si, credo di si, io ero in genere quello che timidamente stava zitto e buono in un angolo. Avevo una sorta di soggezione verso i ragazzi che, all’epoca, vedevo molto più grandi e maturi di me, per questo mi sentivo in dovere di rispettarli. Anche se ero imbranato loro non mi hanno mai fatto sentire tale.
La cosa più bella era sentirsi parte di un gruppo al di là della musica. C’era il piacere di stare lì a sentire le prove, anche se non dovevi cantare. C’era un senso di partecipazione e di totale cameratismo.
Un esempio era Cicci Rossi, che, nonostante all’ultimo minuto decidesse di non salire sul palco, restava con noi a fare “la matta” saltando e cantando dal basso del palco, fra il pubblico …
Ricordo con piacere gli amici che ruotavano attorno al gruppo: Robertino (Roberto De Piera) e suo fratello Fulvio, Lella, Daniela una ragazza di Roma, le stravaganti presentazioni di Sandro (Santogrossi), personaggio eclettico e creativo nei costumi di scena ….
Ecco Spazio Vitale era tutto questo, un grande gruppo al di là della musica …
Paolo Del Vecchio è diventato un artista di successo. Nel 1979, appena dopo l’esperienza tussiana, incise il primo disco “give me love” e “arabia house” sigla del programma Discoring trasmesso in Rai e chiude dicendo: l’esperienza di Spazio Vitale è stata, per me, formativa sia professionalmente che affettivamente.

(Pausa musicale: guarda cantata da Lidia)

19 Il paese come vedeva questo complesso?

Storia: tutti i componenti hanno sostenuto che erano seguiti e ben visti nel Paese … tranne Vittorio che ha un ricordo diverso: nemo propheta in patria
Luigi 
: Bene, sicuramente Spazio Vitale contribuì a far crescere nei giovani la passione per la musica e la cultura di questa.
I giovani sicuramente sostenitori. Eravamo un gruppo molto ampio e di tutte le età. Il Club era un luogo di aggregazione e incontro, pensa che all’inaugurazione del Club
Gilberto Pietrangeli cucinò l’agnello.
Qualcuno, perfino, si fidanzò …
Pierino riferisce: Erano tutti partecipi al “fermento culturale”, anche il pubblico femminile ci seguiva. Rispetto alla generazione precedente, ovvero quella del “club pomicioni Tussio,” noi avevamo dei contenuti, interessi e idee, che andavano oltre l’aspetto goliardico e ludico, ovvero di natura più culturale e anche politica.

( foto 7 + foto 8)

domanda fatta a Toni :

Il paese come vedeva questo complesso?

(lettore)

Bene. Secondo me, assolutamente, bene. Costituiva orgoglio per tutti.
Nella sua specificità di complesso musicale che significava musica, vivacità, allegria, chiasso, si aggiungeva e si integrava con la dinamica stagione, a metà degli anni ’70, che viveva Tussio. Per es., giorni fa, Gianni Sidoni di Castelnuovo, più anziano di me, mi ricordava che in quegli anni, alle tre di notte soleva venire a Tussio “perché qualcuno c’era di sicuro”.
La vecchia cantina, chiamata di M'(e)nelik prima e di Batino poi, era stata trasformata in “bar” con juke-box e biliardino, da noi mai visti prima, da Silvio e Mimina.
L’ambiente era da film anni ’30.
Quasi tutti fumavano, per cui, d’inverno, con le porte e finestre chiuse, si creava una cappa indescrivibile. Quando qualcuno, arrivando, apriva la porta del bar, usciva una tale mole di miasma che sembrava provenire da una ciminiera e si udiva “l’urlo” di Vincenzo Cicerone, che, oltretutto, era fra i pochissimi a non fumare: “chiudete la porta ché sento freddo ai piedi”.
Si vedeva, chiara, la linea di divisione, a circa un metro di altezza, fra la nuvola di fumo in alto e l’aria, ancora respirabile, in basso.
Avvolti da quella nebbia, al suono di qualche languida canzone che usciva dal juke-box, ballavano, abbraciatissimi, Zi King, Carmine e Fabio.
Ercolino, analfabeta, metteva le cinquanta lire dentro la “macchina” e ascoltava sempre la stessa canzone perché aveva imparato a schiacciare solo quei tasti.
Al banco, prevalentemente, c’erano Paoletta e Lella, sorelle di Mimina: due belle ragazze, simpatiche, brillanti e caciarone. Il locale era frequentato, tutte le sere, dai giovani di Tussio e dei paesi vicini.
Le persone che vi si incontravano erano “personaggi”, anzi, erano “personaggi unici”.
In quel periodo si respirava anche un grande fermento politico, ed il complesso s’inseriva, perfettamente, in quel contesto pieno di vitalità e di interessi.
E poi il gruppo provava in casa di Rachelina, le cui finestre affacciavano sulla piazza “Cicerone”, quindi la musica si diffondeva e si sentiva, obbligatoriamente, nella gran parte del paese.
Questo rendeva la popolazione complice, (a parte il comprensibile fastidio provato da qualche vicino), con il complesso e la sua musica. (fine lettore)

(Pausa musicale: Black night)

20 Erano tutti sostenitori? C’erano dei detrattori?

Storia: sì. Erano un po’ tutti sostenitori. Detrattori no, non ce n’erano.
C’era chi, abitando vicino alla casa di Rachelina, dove provavamo, si lamentava per il fracasso. Ma detrattori,no.

21 C’erano tensioni ed emozioni prima delle serate?

Storia: 
Certo che c’era tensione e Vittorio la racconta così: sentivamo la tensione fino a 5 /10 minuti dall’inizio. Ognuno aveva il suo modo di esorcizzarla io e Luigi lavorando sul palco a montare la strumentazione e a provare il tutto; Mauro e Paolo più portati a ripassare i pezzi da suonare (soprattutto quelli più difficili)

22 All’interno del gruppo c’era qualcuno che voleva mettersi in mostra più degli altri? (la cosiddetta “primadonna”?)

Storia: un po’ tutti sono stati omogenei nelle risposte. Nessuno in particolare voleva mettersi in mostra, come si dice, più del dovuto. L’unico che sul palco dedicava i suoi due “cavalli di battaglia” ( “occhi che bruciano” e “chiove”) alle ragazze, era Bibbitt'(o). Ma non era un mettersi in mostra “dentro” il gruppo.
Le parole di Luigi sono: Grazie a Gigi Cova ognuno doveva stare al suo posto, come nelle grandi orchestre. Si dava spazio al singolo solo nella presentazione dell’orchestra …

23 Quando l’esperienza si è esaurita? … quando ci fu la presa di coscienza che tutto era finito?

Storia: Data certa non è venuta fuori. L’unica evidenza è che dal 1979 il gruppo si sfaldava giorno per giorno. Nuove persone che entravano, altre che uscivano a rotazione sempre più rapida, tanto da decretarne la fine definitiva nel 1981.
L’inizio della fine cominciò con l’uscita di Gigi dal gruppo nel 1978.
Luigi ricorda: che Gigi voleva far intraprendere al gruppo, strade in qualche modo più impegnative, ad esempio si paventava una proposta di suonare in Sardegna e nelle crociere, e di conseguenza nuove opportunità di business … ma lui voleva progredire, non ebbe il consenso del gruppo e lasciò la band per seguire altri obbiettivi. Creò l’ensamble L’Aquila jazz band, ed un coro a Navelli, dove anche io suonavo la batteria.
Altra causa fondamentale è citata da tutti e Vittorio la riassume così: nel 1979 ognuno aveva il suo lavoro e non c’era più quella volontà di ferro che ti faceva partire anche di notte tarda per provare un pezzo o solo per stare insieme a mangiare e bere. Quello è stato il momento in cui tutto si è rotto anche se per un po’ siamo andati avanti lo stesso, ma con molta fatica e senza prove alle spalle facendo anche delle brutte figure.
Dopo Gigi, ma nel frattempo Carlo e Claudio non facevano più parte del gruppo, c’era da tempo Umberto Strinella, entrarono Enzo Accili, Paolo Del Vecchio, Cicci Rossi.
Mauro ricorda che Gildo (De Rubeis) iniziò a suonare e a fare gruppo con lui, Paolo, Tonino di San Pio alla batteria, e la formazione si chiamava “Liscio Parade”, suonavano anche quelli di Fontecchio(Peppino, Gianni e Carlo)
Qualche volta suonava nel gruppo anche Romano (quello che vendeva strumenti musicali in via Garibaldi a L’Aquila) ,Gildo suonava la batteria.
Pierino dice :all’inizio degli anni novanta esattamente il 31/8/1991, feci un “estremo tentativo di ricostruire i principi” tra i vecchi partecipanti e simpatizzanti, ma il tempo, mi accorgo ora, era inesorabilmente scaduto.
Una data certa dello scioglimento definitivo di Spazio Vitale siamo riusciti, però ad averla: 1981. Perché a Pasqua dell’82 Mauro aveva la spalla rotta non poteva suonare e, in ogni caso, già non si suonava più.

(Stacco 3)

( foto 10)

(Pausa musicale: Tussio by night)

Anche se il materiale che abbiamo avuto a disposizione è scarso, abbiamo, tuttavia ricavato qualche chicca simpatica da ascoltare insieme.

Nelle interviste citate sopra, abbiamo ascoltato che c’era difficoltà a cantare pezzi di lingua inglese perché nessuno dei cantanti conosceva la lingua.
Malgrado ciò, Claudio cantava non in inglese ma, come diciamo a Tussio, nella lingua “giargianese”.

Ascoltiamolo nella canzone:
Presentazione 5 +Rock around the clock cantata da Claudio

E … Le presentazione pruriginose. Non molte ma qualcuna è simpatica.

Umberto si presenta:
Presentazione 1

In questa presentazione si era a suonare a Tussio
Presentazione 2

In questa si rende “famoso” il nome di Tussio
Presentazione 3

Anche Umberto sbaglia:
Presentazione 4

E le dediche di Claudio:
Claudio ad Angela
Claudio a Ines e Paola

Ora un’altra chicca: possiamo mostrare i segni … del tempo
Siamo riusciti, con affanno, ad elaborare il filmato, gentilmente fornito, da Antonella e Maurizio Santogrossi.
Risale agli anni 1976/77 ed è stato girato in occasione della inaugurazione della casa che Gino aveva comprato a Tussio.
Le immagini, ma soprattutto lì’audio, non sono ottimali. Tuttavia è un contributo alla rivisitazione della storia di Spazio Vitale.

(proiezione del filmato)

… e adesso la sorpresa della storia che abbiamo raccontato.

Edizione straordinaria, come si diceva una volta …

(foto 11 + foto 12)

Tutti sul palco: Luigi, Mauro, Paolo, Vittorio, Carlo, Claudio e Vito.
Per questa occasione hanno deciso di riprovare a stare insieme e a riproporci qualche brano del loro repertorio … (improvvisare …

(Quando il gruppo è pronto, ad un loro cenno, inviare lo stacco n° 3
… e parte il gruppo

i titoli posti sul filmato saranno i seguenti

le notti della “Repubblica” 2013

racconti di vita vissuta

Storie, aneddoti, spensieratezza, allegria, musica dei nostri anni‘70

“spazio vitale”

story

Tussio

16 agosto 2013

…………………………..

presenta

Sergio Colangeli 

…………………………..

attore recitante

Gennaro Cassano

……………

ideata, organizzata e curata da

Sergio Colangeli

Toni Santogrossi

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collaborazione attiva

Giulia Cicerone

Luciano Siena

Manolo De Rubeis

tutti i componenti di Spazio Vitale

…………..

organizzazione tecnica

Domenico Cicerone

…………………

un grazie particolare

al comitato feste 2013

e a tutti coloro che apprezzano queste iniziative

… a quanti hanno fornito il materiale documentario, informazioni e contributi preziosi consentendoci di ricostruire la storia

alcune foto della “serata”

…. e poi ” Trinciato Forte “

pubblico

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