a cura di Toni Santogrossi
Gli archi di Tussio
È il titolo dell’articolo che pubblicammo su “La Mazzocca” ** agli inizi degli anni settanta. Ci incuriosiva sapere perché a Tussio ci fossero tanti archi, o almeno così a noi sembrava, perché si costruivano gli archi, e quale era la loro funzione. Chiedemmo alle persone più anziane e fra le informazioni più attendibili ricavammo che: una funzione era quella di sviluppare la costruzione in altezza per occupare meno suolo possibile e risparmiare soprattutto sulla copertura; l’altra funzione era quella di sicurezza.
Il Paese era costruito a nuclei abitativi completamente autosufficienti, infatti all’interno di essi, a pian terreno c’era la stalla, il pagliaio, la cantina, la cisterna e sopra si sviluppava la casa vera e propria.
Con la costruzione dell’arco si ampliava di molto la superficie abitativa.
Ma l’aspetto ancora più interessante è quello della funzione di difesa: tutti gli archi e di conseguenza tutti i blocchi abitativi avevano due uscite in vie differenti e tutti avevano un massiccio portone che di notte si sprangava.
Ogni arco prendeva il nome dalla famiglia che vi abitava o che molto più spesso ne era proprietaria.
Con grande soddisfazione riproduciamo le foto degli archi di Tussio gentilmente fornite dal sig. Luca Menna
Abbiamo usato il termine di entrata ed uscita solo per comodità; è ovviamente vero anche il contrario.
**La Mazzocca è il giornale che abbiamo creato nel 1970 e che ha cessato le pubblicazioni dopo circa tre anni di vita.
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Arco De Meis (già arco Leonardis): è l’arco dove abitano Serafina Leonardis e Francesco De Meis
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Arco Ru Bacch'(o): è l’arco dove abitavano Maria Angelica e Gabriele Leonardis, più sotto abita Giuseppe Peretti
Dal 13 dicembre 2009 è così:
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Arco de la Finanza: è l’arco dove ha la stalle e la cantina Pasqualina Giordani (la Finanza)
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Arco ‘ssi Rasiccë: è l’arco dove ha la stalla e la cantina Vincenzo De Rubeis; l’abitazione sovrastante è di Antonio Cicerone
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Arco di don Tullio: è l’arco privato del cortile dei De Rubeis
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Arco ri Paradisë: è l’arco dove abitavano De Santis Antonio (Pagliuccio); De Santis Luigi (nonno di Filiberto). L’abitazione sovrastante è di Paolino Grilli
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Arco la Crapara: è l’arco dove hanno abitato Anna e Filiberto Leonardis
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Arco di Croce: è l’arco dove abitano Giuseppe e Vincenzo Cicerone
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Arco di Panacc'(i) ë Ru Giud(ë)citt'(ë): è l’arco dove abitava Adolfino Santogrossi
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Arco di Liuccio: è l’arco dove abitano Cesira e Berardina Leonardis
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Arco dei Cicerone: è l’arco dove abitano Nazareno Portante, Angelina Evangelista, Maria Pia e Maria Rita De Rubeis; l’abitazione sovrastante è di Michele Cicerone
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Arco dei Grilli o Patategli(ë): è l’arco dove ha la cantina Armando Pietrangeli; l’abitazione sovrastante è di Pasquale Pizzimenti
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Arco dei Pietrangeli: è l’arco dove abitavano Vittorio Pietrangeli e Francesco Pietrangeli
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Arco Patatella: è l’arco dove abita Giovanni Ciccarelli e Gennaro Carosi
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Arco Adamuccio: è l’arco dove abitava Antonio Evangelista; l’abitazione sovrastante è di Francesco Carosi
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Arco di Brisitt'(ë): è arco e cortile completamente privato e vi abitano: Clorinda De Santis, Carlo Carosi e Silvio Rossi
Arco De Meis (già arco Leonardis): | è l’arco dove abitano Serafina Leonardis e Francesco De Meis. |
Entrata: via della fonte | Uscita: via delle aie (via IV novembre ) |
Arco Ru Bacch'(o): è l’arco dove abitavano Maria Angelica e Gabriele Leonardis, più sotto abita Giuseppe Peretti | è l’arco dove abitavano Maria Angelica e Gabriele Leonardis, più sotto abita Giuseppe Peretti |
Entrata: via della fonte | Uscita: via delle aie |
Entrata: via della fonte dal 13 dicembre 2009 l’arco è così: | Uscita: via della fonte dal 13 dicembre 2009 l’arco è così: |
Arco de La Finanza: | è l’arco dove ha la stalle e la cantina Pasqualina Giordani (la Finanza) |
Entrata: arco ‘Ssi Rasiccë | Uscita: via della Fonte |
Arco ‘ssi Rasiccë: | è l’arco dove ha la stalla e la cantina Vincenzo De Rubeis; l’abitazione sovrastante è di Antonio Cicerone |
Entrata: via san Tussio | Uscita: arco de la Finanza |
Arco di don Tullio: | è l’arco privato del cortile dei De Rubeis; |
Entrata: via della Faina | Uscita: fuori le Mura |
Arco ri Paradisë: | è l’arco dove abitavano De Santis Antonio (Pagliuccio). De Santis Luigi (nonno di Filiberto). L’abitazione sovrastante è di Paolino Grilli |
Entrata: via sotto i Fossi | Uscita : via della Faina |
Arco La Crapara: | è l’arco dove hanno abitato Anna e Filiberto Leonardis |
Entrata: via della Faina | Uscita: fuori le Mura |
Arco di Croce: | è l’arco dove abitano Giuseppe e Vincenzo Cicerone |
Entrata: via sotto i Fossi | Uscita: via della Giraffa |
Arco di Panacc'(i) ë Ru Giud(ë)citt'(ë): | è l’arco dove abitava Adolfino Santogrossi |
Entrata: via Madonna in Gloria | Uscita: via Madonna in Gloria |
Arco di Liuccio: | è l’arco dove abitano Cesira e Berardina Leonardis |
Entrata via Madonna in Gloria | Uscita: salita Madonna della Neve |
Arco dei Cicerone: | è l’arco dove abitano Nazareno Portante, Angelina Evangelista, Maria Pia e Maria Rita De Rubeis; l’abitazione sovrastante è di Michele Cicerone |
Entrata via Madonna in Gloria | Uscita: via san Tussio |
Entrata: via Madonna in Gloria dal 13 dicembre 2009 l’arco è così: | |
Arco dei Grilli o Patategli(ë): | è l’arco dove ha la cantina Armando Pietrangeli; l’abitazione sovrastante è di Pasquale Pizzimenti |
Entrata: via Lauretana | Uscita: via dietro le Finestre |
Arco dei Pietrangeli: | è l’arco dove abitavano Vittorio Pietrangeli e Francesco Pietrangeli |
Entrata: via Lauretana | Uscita: via dietro le Finestre |
Arco Patatella: | è l’arco dove abita Giovanni Ciccarelli e Gennaro Carosi |
Entrata: via san Tussio | Uscita: via san Tussio |
Arco Adamuccio: | è l’arco dove abitava Antonio Evangelista; l’abitazione sovrastante è di Francesco Carosi |
Entrata: via san Tussio | Uscita: via dei Giardini |
Arco di Brisitt'(ë): | è arco e cortile completamente privato e vi abitano: Clorinda De Santis, Carosi Carlo e Rossi Silvio. |
Entrata: via san Tussio | Uscita: via dell’Aia |
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da Toni Santogrossi
Un giorno , Gianni Giordani mi disse: ho pensato di disporre, sulla pianta topografica di Tussio, l’esatta collocazione degli archi del paese.
Gianni, oltre ad utilizzare gli archi da me censiti, ne ha aggiunti tanti altri che, effettivamente, meritano di essere citati.
Con tanto impegno e capacità professionale, è venuto fuori un bel lavoro che resterà per coloro che verranno e nel frattempo sarà beneficiato dai contemporanei.