Tussio, primi anni del ‘900

Anche se le origini di Tussio risalgono all’alto medioevo, il luogo dove esso sorge fu sicuramente abitato nell’epoca romana: si desume dal ritrovamento di una iscrizione lapidaria e da una lucerna romana rinvenuta durante uno scavo avanti una abitazione del paese. 
Nell’anno 1080 una peste fierissima colpì l’Abruzzo e tutta l’Italia meridionale. Gli abitanti di Altavilla* e di Casale Tarpea,** due piccoli centri non lontani da Tussio di cui oggi non restano ( i nomi e qualche piccolo rudere?) si mostrarono molto munifici nei confronti dei monaci benedettini loro soccorritori e benefattori. 
Questi villaggi erano costituiti da poche capanne costruite sui ruderi delle loro abitazioni devastate da un forte terremoto che nel 1075 aveva colpito tutto il contado della città di Forcona. La peste si accanì verso quei miseri dimoranti. 
I monaci della vicina abbazia di S. Maria di Bominaco accorrevano ad assistere queste misere popolazioni fino a trasportale al loro Cenobio che fu di fatto trasformato in ospedale. 
I superstiti, cessato il flagello, scelsero di restare al servizio dell’abbazia, altri non vollero tornare negli antichi villaggi distrutti e preferirono di dimorare più volentieri nelle grotte del monte “Cro”. 
“Lo strano breve monosillabo col quale si designava il monte, secondo alcuni traeva origine dal grido dei corvi che su quel monte accorrevano a fare i loro nidi; ma è assai più verosimile l’opinione di altri che lo considerano come un’apocope della voce latina “Crocus” con la quale veniva chiamato lo zafferano, di cui in questi luoghi si fa da epoche lontanissime una intensa coltivazione: ….tanto che in fondo viene quasi da porsi il dubbio se sia stata la pianta preziosa a dare il nome al monte, o questo a quella. 
*Per la coltivazione dei terreni e per avere delle abitazioni in località asciutta, salubre e meno soggetta ai terremoti, gli abitanti dei poveri villaggi salvatisi dal flagello, d’accordo con i Monaci di Bominaco vennero nella determinazione di fondare qui un paese, abbandonando gli antichi villaggi. 
Presa tale decisione e avuto il consenso di costruire, con grande alacrità essi presero ad elevare nuovi fabbricati usando preferibilmente pietre e legname delle loro case distrutte. 

Leone di Tussio 1973

Il luogo scelto per il nuovo paese era ameno sia per l’aria che per la posizione. 
…..gli abitanti dispersi, in breve si adunarono per affrettare la costruzione del nuovo paese cui da principio fu data la denominazione di semplice Masseria dei Monaci e poi fu detta Tussio.” 
Il sito, nel quale sono state segnalate tombe italiche, fu abitato già in epoca romana, come testimonia il rinvenimento di antiche iscrizioni e di due leoni *** in pietra riferibili all’arte romana del I secolo D.C. dei quali uno è posizionato nei pressi della Chiesa Parrocchiale, l’altro non del tutto integro nel museo nazionale d’Abruzzo di L’Aquila. 

Stemma donato dalla basilica San Giovanni Lateranense alla chiesa Madonna in Gloria

Tuttavia  la prima menzione di Tussio risale all’anno 816 (Chronicon Vulturnense, I, p.230); la stessa fonte, a proposito della coltivazione dei legumi nelle nostre zone  e specificatamente delle lenticchie, attesta che ……nell’ampio contratto di livello del 998 d.C. relativo alle proprietà di Tussio, Carapelle e Trita (valle del Tirino)….. 

*Altavilla era situata all’incirca a metà strada fra Tussio e Caporciano seguendo la strada di campagna. Più o meno presso l’attuale casetta dei Santogrossi. 
**Casale Tarpea si trovava nella contrada “Casali” sulla destra della strada che porta a S. Pio, dopo la doppia curva. 
*** i leoni sono stati rinvenuti uno nel 1963 durante i lavori di ampliamento della strada che da Tussio porta a Settefonti sul ciglio sinistro a circa 200 metri dalle prime case del paese; l’altro, casualmente, nello stesso luogo nel 1973 da alcuni giovani residenti. 

In occasione del primo ritrovamento una donna mi raccontò a Toni Santogrossi) che  “la vecchia Rebecca ” aveva sempre detto che in quella zona, allora senza alcun segnale di presenza di reperti, ci fosse la tomba di Ponzio Pilato. 
Forse è una storia vera tramandata oralmente per 2000 anni; si dice infatti che Ponzio Pilato fosse nativo della città romana situata presso l’attuale San Pio di Fontecchio. (La gran parte delle note sono state tratte dal libro di Gaetano Cicerone — Tussio nei 99 castelli fondatori dell’Aquila degli Abruzzi .Roma 1939 arti grafiche “Ugo Pinnarò” da pag.212 a 217)

Donne a cogliere l’acqua al pozzo “da Colle”

da Paolo De Meis Questo link dovrebbe aprire i catasti antichi di stato di Bominaco e Tussio, chi li vuole visionare.http://aslaquila.hdue.it/asaq/ua.htm?idUa=30215&inTab=thumbHo trovato parecchie informazioni nell’archivio di stato. http://www.san.beniculturali.it/web/san/dettaglio-soggetto-produttore?id=14480 

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QUESTO DOCUMENTO E’ STATO TROVATO E INVIATO DA ROBERTO DEPIERA.
Va studiato, perché se la data indicata del Codice Diplomatico Longobardo: 772, fosse vera, bisognerebbe rivedere la storia delle origini di Tussio. 

Il 26 gennaio 2011 Gianni De Rubeis invia queste informazioni, frutto di una approfondita ricerca: Riguardo il documento inviato da Roberto DEPIERA tratto dal “CODICE DIPLOMATICO LONGOBARDO”, ho cercato notizie in internet circa questo documento ed ho riscontrato che il toponimo TUSSIO viene riportato in altri siti come “TUSSIE” (LOMBARDIA Beni 
Culturali), ed è la dizione latino-longobarda di TUSCIA equivalente, all’epoca, al territorio dell’intera TOSCANA, mentre ora intendiamo con tale nome il territorio della provincia di VITERBO. 
Anche gli altri toponimi scritti nel codice diplomatico longobardo vicino a TUSSIO ( o TUSSIE) indicano aree geografiche piuttosto estese ( SPOLETINIS-ducato 
di Spoleto, IMMILIE-Emilia, NEUSTRIE-territorio tra l’Adda e l’Austria). 
Comunque questo è il link che ci porta nel sito che ha 
effettuato tali studi : http://cdlm.unipv.it/ 


Dorando ha fornito questo documento. Il riferimento ad esso è stato fatto all’inizio del capitolo sulle “origini” di Tussio. La presente notizia è stata pubblicata dall’Accademia dei Lincei nel 1913.     

TUSSIO
  — 86 — RRGIONE IV.
Regione IV (SAMNIUM ET SABINA).   VESTINI.   
V. TUSSIO (frazione del Comune di Prata di Ausidonia). — Tomba, con epigrafe latina, scoperta in località detta « Piedi del paese » .   
Nel villaggio di Tussio. facente parte dell’agro dell’antica Peltuinum Vestìnum, sulla fine di febbraio del corrente anno, facendosi uno scavo in un orticino della signora Luisa Santarelli in De Rubeis, sito nella località chiamata Piedi del paese, è stata rinvenuta una tomba chiusa da grossa pietra calcarea, lunga m. 1,20, larga m. 0,80, spessa m. 0,20.   
Scoperchiata la detta tomba, si è visto che quella pietra, scheggiata in sommità, recava al disotto una iscrizione latina.   
Tale sepolcro si componeva di due ripiani; in quello superiore stavano distesi gli scheletri di tre individui, uno dei quali giaceva in un senso, due in senso opposto, e cioè con i piedi presso il viso del primo. Nel ripiano inferiore eranvi gli scheletri di cinque individui.   
Dicesi che non vi si sia rinvenuta suppellettile funebre, il che farebbe ritenere che la tomba appartiene a tempo tardo, e che per chiuderla si servirono di un cippo antico.   L’epigrafe, entro cornice, in bei caratteri, reca:   A  
EPHEBO • L CAESIENI 
FIRMI • SER ¦ VIXIT • NN • xxv
ACCEPTVS ¦ PATER • ET
LVPERCA • MATER VIVI 
FILIO • BENEMERENTI • ET 
PRIMIGENIVS • FRATRl • OPTI   
POSVERVS   
SI • NON • FATORVM • PR POS   
TER A • IVRA • FVlSSErvT ¦ HOC   
TITVLO ¦ MATER- DEBVIT   
ANTE LEGl   
STTL  Questa iscrizione attualmente conservasi in Tussio dalla proprietaria sigr.^ Santarelli- De Rubeis.   N. Persichetti.

Stemma dei Castelli (Università o Paesi) affrescati su una volta di Palazzo Margherita a L’Aquila