a cura di Toni Santogrossi

Di questo Santo Monaco, che unendo il suo nome al paese di Tussio dimostra di avere avuta la massima parte nella fondazione e nella restaurazione morale di esso, gli agiografi non hanno notizie dettagliate. 

San Tussio

Si parla di Lui fuggevolmente nella vita di un S. Pellegrino Martire, anche questi ignoto quasi quanto S. Tussio. 
Il Ferrario, nel catalogo generale dei Santi che non stanno nel Martirologio,* assegna la sua festa al 9 settembre con queste parole: 

“Quinto Idus Septembris … apud Aquilam in Vestinis S. Tutii Confessoris” cioè: “9 di settembre…..presso Aquila nei Vestini festa di S. Tussio Confessore”. 

E prosegue, lo stesso autore, traendo la notizia dai monumenti della Chiesa Aquilana da lui osservati: “questo Santo condusse vita eremitica sui Monti del territorio Aquilano, presso la valle detta di Meaco”. 
E’ contemporaneo di S. Pellegrino che venne ucciso dagli assassini in quella valle. 
Il medesimo Ferrario nel Catalogo dei Santi d’Italia, altra sua opera distinta dalla prima, parla di questo Santo al 9 di settembre: “di S. Tussio Confessore Aquilano”. 

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Grotta di Bominaco ovvero di San Michele Arcangelo

“Tuzio, ovvero Tuccio, eremita nel territorio Aquilano, menava vita solitaria su di un monte ai tempi di Innocenzo IV Pontefice Massimo. In quel tempo giunse in questi luoghi S. Pellegrino, a cui egli dette ospitalità avendo conosciuto per visione divina chi egli fosse. Essendo vissuto alquanto tempo dopo la morte di S. Pellegrino in quella solitudine, finalmente, consumato per le continue vigilie, famoso per miracoli, volò al cielo il giorno 9 settembre. In questo giorno ogni anno si celebra la sua memoria nella Chiesa Aquilana”. 

Nella stessa opera, poi, al giorno 19 di novembre, ove fa un cenno meno breve di S. Pellegrino, parla di nuovo fuggevolmente del nostro Santo, traendo le notizie da altro antico manoscritto a lui trasmesso dall’Aquila. 

…..S. Pellegrino partito dall’Umbria dove presso Norcia aveva compiuto un miracolo….

” giunse nella Grotta di Monte S. Angelo presso Bominaco, ove il B. Tussio menava vita solitaria, e fu da lui ospitato con molta fraternità…”. 

Da Gaetano Cicerone — Tussio nei 99…..da pag 220 a 223

interno della Grotta Di San Michele Tratto dal sito internet – enrosadira.it/santi/tussio.htm 
Troviamo che l’autore del testo Giuseppe Bucci conferma che  il santo festeggiato a Bagno sia il nostro. È strano che non faccia minimamente riferimento al paese dove il santo è nato e a cui ha dato il nome. 

“San Tussio ( in latino Tutius, Tuscius, Tuxius) è l’eremita e confessore di Bagno (fraz. di L’Aquila)”. Le fonti riguardanti il santo sono due: il Ferrari (cat, it., pp, 584-85) e un manoscritto della chiesa aquilana intitolato “Santi e Beati meno conosciuti della città e della diocesi aquilana

riferito da Acta SS. Septembris, III, p. 453. 

Da don Arturo Buhring, gentilissimo Parroco della Chiesa di San Marco Evangelista in L’Aquila abbiamo ricevuto le foto dell’affresco, dell’urna delle reliquie e questa biografia di san Tussio che contribuisce notevolmente a conoscere di più il nostro Santo. Con essa anche le preghiere dedicate.  

SAN TUSSIO, MONACO OSB ed EREMITA
Immagini del santo Anacoreta cui corpo si venera nella Chiesa Parrocchiale di San Marco Evangelista nella città di L’Aquila. Altare con reliquiario. Affresco della gloria di S. Tussio nella cappella patrizia «Manieri». 

San Tussio, monaco ed anacoreta (sec XI) 

(Estratto dal libro di Mons. Filippo Can. Murri, «Santi, Beati, Servi di Dio
e morti in concetto di santità dell’Arcidiocesi Aquilana», ISSRA – L’Aquila, 1993)
È tradizione che questo santo sia nato a Bagno verso la metà del secolo XI. Le scarse notizie che si hanno di questo santo, non ci permettono un’ampia monografia.
Si dice che in quei tempi di lotte calamitose tra castello e castello, egli, amando la pace della vita solitaria e contemplativa , si sia ritirato a vivere in una grotta nelle impervie montagne presso Bominaco , forse vicino al luogo dove poi sorse il villaggio denominato Tussio.
Fu uomo di austera penitenza ed evitò costantemente la società degli uomini per darsi tutto a Dio. L’unico contatto che aveva coi suoi simili era quello di recarsi nella vicina Badia Benedettina di Bominaco per soddisfare ai suoi obblighi religiosi. Viveva di ciò che la natura gli offriva spontaneamente e ne ringraziava e lodava il Signore, perché era fin troppo per un uomo peccatore, come egli si riteneva.
Cercava di imitare in tutto i suoi grandi modelli, gli Anacoreti delle Tebaide e dei deserti della Palestina , che avevano preso per norma di vivere solo per Iddio, e se lo sentivano tanto vicino da non avere più la sensazione dei bisogni, anche dei più necessari, per la vita fisica. Era lo spirito che nutriva, saziava anche il corpo. 

È pure tradizione che, portatosi in queste parti S. Pellegrino, S. Tussio l’abbia ricevuto nella sua abitazione, essendogli stato divinamente rivelato in sogno chi fosse costui. Purtroppo non si conosce bene chi fosse questo S. Pellegrino.
Probabilmente si tratta del figlio di Malcolm III, re di Scozia, e di S. Margherita (1046-1093) che, avendo abbandonato la casa paterna, si diede a viaggiare per visitare i luoghi più illustri della nostra Religione. Prima andò a venerare sul monte Gargano la grotta dedicata a S. Michele Arcangelo, poi passò a Napoli per osservare la liquefazione del sangue di S. Gennaro.Visse intorno all’anno 1086.Da Napoli si trasferì in Abruzzo nel paese di Bominaco e dimorò nell’Abbazia Benedettina che era in quel centro abitato. 

Dopo la morte di S. Pellegrino, Tussio sarebbe vissuto altri anni e morì il 9 settembre, ma non sappiamo di quale anno; certamente, però, all’inizio del secolo XII, se in realtà fu coetaneo di S.Pellegrino. La sua morte fu resa nota miracolosamente ai Benedettini di Bominaco che ne presero il corpo e gli dettero onorata sepoltura nella loro chiesa.
Già durante la sua vita egli era stato autore di grandi prodigi; dopo la sua morte questi raddoppiarono di numero tanto che non molto tempo dopo fu riportato nel catalogo dei Santi.
Gli abitanti di Bagno reclamarono e riebbero le sue sacre ossa. Quando costoro costruirono in L’Aquila le chiese di S. Maria di Bagno e di S. Tussio, trasferirono in quest’ultima le reliquie del Santo, che vi rimasero fino all’anno 1331, cioè fino al tempo in cui il vescovo aquilano, Angelo Acciajoli [1328-1342], cedette questa chiesa agli Agostiniani, venuti da poco a L’Aquila, trasferendo, contemporaneamente, alla chiesa vicina di S. Marco [oramai da più di 675 anni!] non solo i suoi diritti, ma anche le ossa del santo Eremita, che tuttora riposano sopra l’altare che è di fronte a quello della Madonna del Popolo Aquilano. La festa di questo santo si celebra secondo gli usi propri del Capitolo non il 9 settembre, ma il 9 dicembre. Il papa Bonifacio VIII concesse innumerevoli indulgenze a tutti quelli che visitano la detta chiesa in quel giorno. 

O Dio concedici, per l’intercessione di San
Tussio, monaco ed eremita, di apprezzare le 
cose da Te promesse e di aspirare una vita in
questo mondo che meriti la vita eterna.
Per Cristo nostro Signore. 

Oppure: 

O Dio, che hai chiamato san Tussio a servirti
nel silenzio e nella solitudine, per la sua
intercessione e il suo esempio donaci di
conservare, nella dispersione della vita
quotidiana, una continua unione con te. Te
lo chiediamo per Cristo nostro Signore.
Amen.

29 ottobre 2015

da Toni Santogrossi

Nella “Guida dell’ Aquila” Di Angiola e Carlo De Matteis (aprile 1997), a proposito della chiesa di San Marco, in L’Aquila, a piazza della Prefettura, dove riposano le reliquie di San Tussio, leggo:
 …. “Nella parte alta della facciata, sopra la finestra rettangolare, può notarsi la statua di una Madonna in trono col Bambino del sec. XV mentre sui due campanili, entro tabernacoli, sono collocate quattro statuine dello stesso periodo:  S. Marco,  S.Tussio,  S.Raniero e un altro Santo non identificato”.

Sono andato a vedere.

 Ho fotografato, con  l’aiuto tecnico dell’amico Luigi Colaiuda e un buon apparecchio fotografico, il campanile posto alla sinistra della facciata, ed è apparsa la statua del Santo con la scritta: San Tussius.

Ho aggiunto un altro tassello alla conoscenza di questo santo, mai venerato, e neanche riportato sul calendario il 9 di settembre, giorno in cui dovrebbe essere commemorato.

bassorilievo di San Tussio
L’Aquila, chiesa di San Marco. Il bassorilievo (la statua) di San Tussio è posizionato sul campanile di sinistra.